Leggo con sommo sdeglio [questo articolo](http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=249873) *(grassetti miei)*:
> Con unampia e documentata inchiesta Il Giornale ha posto ieri un interrogativo che senza dubbio alcuno è di grande interesse nellItalia dei privilegi, della lentezza amministrativa, del disordine di Stato, degli scaricabarile. Linterrogativo, ridotto allessenziale, era questo: dove e come sono custoditi i donativi che la Presidenza del Consiglio riceve? Linterrogativo sarà stato magari formulato in forma impertinente, come accade nel giornalismo che non vuol essere sempre alla camomilla. Ma sulla sua legittimità non si dovrebbe discutere.
> Oltretutto, linchiesta di Gian Marco Chiocci prendeva spunto proprio da uniniziativa – doverosamente registrata e meritoria – di Prodi. Il quale poco prima di Natale aveva ovviato al vuoto normativo esistente in Italia su questo problema con un apposito decreto. > Esso stabilisce che **qualsiasi regalo «di rappresentanza» superiore ai 300 euro debba essere affidato ad un ufficio ad hoc. Se il destinatario se lo vuole tenere deve pagare la differenza fra i trecento euro e il valore effettivo**. Visto che la novità aveva un indubbio valore simbolico oltre che monetario, visto che spesso e volentieri le novità fastidiose sono lasciate cadere nel dimenticatoio, era poi così stravagante e insolente il voler sapere come avesse avuto attuazione?
> Per questa elementare verifica – utile ai cittadini – sè mosso Gian Marco Chiocci, interpellando personaggi di vario rango – ma in generale altolocati – che presumeva potessero chiarirgli le idee. Il suo itinerario nel labirinto burocratico lha portato a due conclusioni. 1) Pare che nessuno, né in alto né in basso loco, sapesse esattamente dove fossero finiti i regali; 2) il locale, appositamente blindato, nel quale si prevedeva venissero riposti, era vuoto. Sul che, da buon cronista, Gian Marco Chiocci ha esaurientemente riferito.
> La reazione del governo alliniziativa del Giornale **è stata intimidatoria, scomposta e arrogante** sia nella forma sia nella sostanza. **Prodi annuncia querela per il «chiaro intento diffamatorio»** del servizio, il suo portavoce Silvio Sircana deplora «una campagna tesa evidentemente a denigrare il Presidente», il segretario generale di Palazzo Chigi Carlo Malinconico vorrebbe che lavvocatura dello Stato chiedesse i danni per loffesa arrecata allimmagine del Palazzo. Secondo Malinconico – che forse è tale anche per doversi impegnare in queste strane battaglie – linchiesta di Chiocci aveva il difetto dessere «giocata tutta sulla circostanza **assolutamente irrilevante dellindividuazione del luogo** di custodia materiale».
Irrilevante un c***o…
Prodi, dove sono finiti i gioielli?